Francesco

Da bambino avevo imparato a memoria un libro di Antonio Amurri, "Come ammazzare la moglie e perché". Radunavo gli amici e i loro genitori sul sagrato della chiesa di Pomonte, all'Isola d'Elba, e recitavo una o due "mogli" per sera.
Ma non era una cosa seria.

Alle medie imparavo dei passaggi dei "Promessi Sposi", come il primo dialogo fra Don Abbondio e Perpetua, e li recitavo alla prof. di italiano.
Ma non era una cosa seria.

A un certo momento, senza saperlo, il teatro per me è diventato più serio delle "cose serie". O forse è sempre stato così, e non mi ero mai permesso di accorgermene.

Ora senza teatro non respiro.
Ma neanche questa è una cosa seria, dopo tutto.

 

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