PROGETTI

ABRAXAS

Un viaggio attraverso la letteratura di ogni tempo e luogo, presentata e interpretata da una delle figure più controverse della storia. 

Un essere che ci accompagna da millenni, antico quanto gli Dei, se non di più, sostiene un colloquio conoscitivo per...un lavoro? Un avanzamento di carriera? Oppure per poter, finalmente, dire la sua?
A volte questo essere è maschio, spesso è femmina. Di sicuro non ha una buona fama ma, come spesso succede, chi parla di lui affettando di conoscerlo meglio di tutti è proprio chi meno gli si è avvicinato. Per scelta, ovviamente.
E questo essere ha un sacco di storie da raccontare, o meglio, su di esso sono state raccontate tante storie...ed è stata scritta per esso anche tanta musica, dipinta e scolpita tanta arte. E fatto anche tanto, tanto teatro.
Un attore e una voce, brani letterari declamati e recitati, musica e arte decisamente non sacre: un'intervista impossibile. Questo è Abraxas.

BUIO E LUCE

Il Buio e la Luce in questa storia diventano due bambini curiosi e amichevoli, e si raccontano l'uno all'altra come due amici. Come in tante situazioni, non ci può essere l'uno senza l'altra, e se non si ha paura della luce, perché averla del buio?

Per favore, chiudete gli occhi. Cosa vedete?
Una volta un mio amico mi disse: “Vedo il buio”. Eravamo piccoli, e io gli dissi: “Ma non ti fa paura?” Io infatti da piccolo avevo una gran paura del buio.
E lui mi rispose: “E di cosa dovrei aver paura? Il buio non ti fa nulla di male, quindi è un amico. E se riapro gli occhi subito c'è luce. Ogni tanto sbatto gli occhi velocemente, per vederli giocare insieme”

Buio e Luce. Che giocano. Insieme.


FAUXT

Una storia che dopo secoli non perde un grammo del suo fascino: il braccio di ferro tra Faust e Mefistofele, la battaglia suprema tra il bene e il male. Che, come nella vita reale, non possono esistere l'uno senza l'altro.
Un piccolo peccato di arroganza, anche. Dopo Marlowe, Goethe, Mann e tutti i grandissimi che hanno voluto dare la loro versione di questa storia, mi sono sentito in grado di farlo anch'io. Ma era una sfida che una parte di me continuava a propormi, e mi conosco: non avrei avuto pace se non l'avessi affrontata.
Quindi ecco Fauxt, ovvero una scelta che si rivela una pietra rotolante. Oppure, un Faust scurrile, misogino e disperato contro un Mefistofele stuzzicante e amaro come le verità che scegliamo di non affrontare. O ancora altre decine di sinossi possibili, da una riga ciascuna.
Questo è quello che ci fa riconoscere le grandi storie.


FLORINDA

Un professore d'inglese si trasferisce a Firenze, dove per una gran fortuna trova un bell'appartamento in pieno centro storico.
E non sa ancora quanta fortuna abbia avuto in realtà...perché in quella casa non è da solo...c'è Florinda!
E Florinda chi è? 
"Come te la immagini, Florinda? Perché lei è come te la immagini, chiunque tu sia. Per qualcuno assomiglia a un porcellino d’India, altri la credono simile a quelle bambole di porcellana vestite da damina, e c’è chi la vede come una streghetta con tanto di mantello e bacchetta magica."

Ed è tutto questo, e un fantastilione di altre cose.
Il professore si fa accompagnare per Firenze, la Firenze di oggi e quella di altri tempi, con una guida che ogni poco cambia le carte in tavola...e non solo quelle!
Storie brevi per ragazzi, adulti, sognatori, che possono diventare narrazione, teatro, fumetto...come te le immagini.


LE MURA PIÙ SOLIDE

Un breve atto unico su una famiglia unita più dalla pandemia che dall'affetto, con il padre di due fratelli che sta morendo. Poche parole, tanti sentimenti che non possono, e a volte non vogliono venire fuori. Le mura più solide sono queste: quelle che non si ha la voglia o il coraggio di abbattere.


MELINA LA MUTINA

Nella Sicilia dominata dall'Inquisizione spagnola, una giovane donna con segni di violenza sul corpo viene trovata in fin di vita alle porte di un convento. Nessuno sa chi è, e lei non parla. Le monache la curano, la accolgono, e dopo qualche tempo lei ricomincia a parlare...e a parlare troppo, almeno per essere una donna a quell'epoca.
Una storia, in un atto unico per quattro personaggi, che parla di quelli che oggi chiameremmo abusi, ma che allora erano norma e regola. Ma anche una storia di speranza, in cui si immagina che, forse, non tutti aderissero a quella regola, né la approvassero.

MA QUANDO MAI

Un ufficio, con una impiegata acida che ci lavora. Un uomo si presenta con un modulo. È una richiesta, e l'impiegata deve rendersi conto se può essere accolta o meno. Ma non è una richiesta da niente: il signor Alberto Castagnaccio vuole farla finita. E la signora Cristina Anguria deve decidere se costui possiede i requisiti per essere accontentato.
Un corto tragicomico per due personaggi, che è anche una domanda sul significato della vita umana, più precisamente sulla percezione di tale significato.
Selezionato per il concorso "Belli Corti 7" del Nuovo Teatro San Paolo di Roma.


PINO PELLEGRINO IN ORCHESTRA

Il viaggio di un sempliciotto, che cerca qualcosa non sapendo cos'è e incontra un'orchestra che glielo spiega in musica.

Pino Pellegrino, col suo zaino in spalla, si ritrova in un teatro sede di un'orchestra, e cerca qualcosa. Cosa? Non lo sa nemmeno lui. Pino incontra tutti i musicisti principali dell'orchestra, ne capisce il ruolo e la funzione e li fa capire agli spettatori. Poi però deve partire per il suo viaggio alla ricerca di una medicina speciale, una che rallegra e fa sognare le persone...e l'orchestra lo accompagna, in tutti i sensi.
Con l'aiuto dei musicisti, riuscirà a trovare la medicina che cerca? E questa medicina...che cos'è?


STAVOLTA MI AMMAZZO SUL SERIO

dal libro di Antonio Amurri, le assurde pene di un italiano fino in fondo.

Antonello Rossi, cinquantenne, con moglie, figli e amante diciottenne, ha finalmente deciso di farla finita. E' solo in casa, ha preso le sue brave pillole, e adesso aspetta di passare dall'altra parte.
E mentre aspetta ricorda.
E accompagna gli spettatori in un delirio all'italiana, fatto di drammi inconsistenti, fobie senza senso, divertenti schermaglie con Silvia che più che una moglie è un divanetto da psicologo che cammina. Almeno finché anche lei non si fa l'amante.
L'ironia di Amurri, ancora non viziata dal "politically correct", in un monologo/dialogo su tutto quello che rendeva i nostri genitori piccolo borghesi.


UN AMORE DI ELISIR

dal melodramma giocoso di Felice Romani, su musica di Gaetano Donizetti, distillato per strumenti, voci cantanti e voce blaterante.

Fin dall'antichità, o almeno da quando l'uomo ha ritenuto la clava un sistema un po' troppo rude per conquistare una donna, c'è un sogno ricorrente in tutte le menti umane: l'amore al primo sorso.
Qual è il grande segreto? Come posso io, giovane e semplice innamorato, far mia la capricciosa persona che domina il mio cuore? 
Ma l'elisir d'amore non esiste. È solo un sogno, nei migliori casi un placebo, nei peggiori una truffa. Ma è soprattutto ispirazione per alcune splendide pagine di letteratura e, nel nostro caso, di musica.
La storia tratta da Eugene Scribe e la musica di Donizetti danno vita ad una fresca rappresentazione dell'amore come gioco, sfida, struggimento e dolore che tormentano chi li prova ma a cui nessuno mai rinuncerebbe. E chi non sa cosa sono, non può dire d'essere mai stato vivo. 
Questo progetto consiste nel catturare la magia di un melodramma attraverso i suoi punti essenziali, e nel contempo renderlo presente e vitale ad un pubblico del ventunesimo secolo. Pochi oggetti di scena,  costumi semplici, e un attore/narratore che oltre a spiegare la storia impersona alcuni personaggi, dialoga con gli altri e col pubblico, affronta il tema dell'opera fornendo raffronti con la vita di tutti i giorni e spunti di riflessione non meno che di ilarità.